Corso Vittorio Emanuele n. 37 – Cappelleria Torregiani

Corso Vittorio Emanuele 37

Alza gli occhi e cerca….la vecchia scritta che ci indicava che qui si trovava la cappelleria Torregiani!

Qualche informazione per saperne di più…

Nel censimento del 1881 a Città di Castello  i cappellai erano 75, otto dei quali “padroni di bottega”. Un appunto statistico manoscritto comunale di poco precedente calcolava in 64 gli addetti di sette cappellerie, suddivisi in 37 uomini, 16 donne e 11 fanciulli. Le fonti municipali attribuivano a Torreggiani l’unica vera e propria fabbrica rimasta: aveva in funzione dieci macchine per la follatura meccanica (follatura = trattamento di base per l’apprettatura dei tessuti di lana, consistente in una feltratura che si esegue in apposite macchine (folloni) in cui il tessuto, imbevuto di soluzioni alcalino-saponose oppure acide, subisce una compressione meccanica che salda fra loro le varie fibre conferendo al tessuto maggiore resistenza, compattezza e una certa impermeabilità)  e vi lavoravano sei uomini e due donne per circa 200 giorni all’anno.

Giuseppe Torregiani era un personaggio universalmente stimato in città, per alcuni anni anche consigliere comunale, dalla fine del 1870 si trovò nella necessità di vendere parte del patrimonio immobiliare. Nel 1886, per provvedere al “rassetto dei propri interessi”, dovette ipotecare tutte le proprietà rimanenti, e ancora ingenti, inclusa la fabbrica. Non riuscì nell’intento: nel 1894, il pignoramento di parte dei suoi beni rivelava il persistere di una precaria situazione finanziaria. Nel frattempo si stava riducendo al solo commercio di cappelli, mantenendo un piccolo laboratorio di manifattura.

tratto da: http://www.storiatifernate.it/allegati_prod/tess-b04-decadenza.pdf

Lo sapevi che….

Avete mai sentito parlare dei cappellai matti? Vi ricordate il bizzarro personaggio incontrato da Alice nel paese delle meraviglie? Bene, dovete sapere che nell’Inghilterra di Carroll i cappellai erano soggetti ad una perdita di lucidità, e quindi alla follia, a causa dell’eccessiva assunzione tramite respiro delle sostanze utili alla lavorazione dei materiali per la costruzione dei cappelli, tra cui il mercurio,  portando come conseguenze irritabilità, sbalzi e repentini cambi d’umore nonché a lesioni fisiche, come unghie rovinate dal contatto con gli acidi e pallore del volto.  

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BASSINI

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Sei stato anche tu contagiato dalla malattia dei cappellai matti, vai davanti ad ogni vetrina e scatta una foto folle per ciascuna.

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